Passa ai contenuti principali

Mark Zuckerberg - La nascita di Facebook

Iniziamo con lui, ovviamente, il signor Facebook in persona: Mr. Mark Zuckerberg. In una conferenza alla Tsinghua University di Pechino nell'ottobre del 2014 ha parlato (in un ottimo mandarino) della ragione che lo spinse, nell'ormai lontano 2003, a creare il portale "Facemash", che pochi mesi dopo divenne Facebook.


"Durante gli anni dell'adolescenza mi interessai di programmazione informatica e devo dire che ero anche piuttosto bravo. Scrissi diversi programmi, tra cui un player musicale che imparava i gusti dell'utente, e un calcolatore di massa espulsa che sapeva dirti, con approssimazione al milligrammo, quanto peso avevi perso dopo una cagata.

Grazie al passaparola, centinaia di persone usavano con soddisfazione il Dumpulator [il "calcolatore di cagate", ndOD], così l'avevo chiamato, ma non riuscivo a trovare un'idea che potesse farlo evolvere in uno strumento ancora più utile. Fu una telefonata con le mie sorelle Randi, Donna e Arielle ad accendermi la lampadina per Facemash.

Avevo quasi 19 anni e studiavo ad Harvard. Una mattina... A pensarci mi viene da sorridere... Ero nella mia stanza insieme a un paio di miei amici e un trans, tutti in pieno hangover. Andai in bagno e feci un tòcco di cacca... così... [risate in sala] davvero. Il Dump calcolò che persi oltre 1 chilo e mezzo. Subito chiamai casa e raccontai tutto a mia sorella Donna, che accese il vivavoce del telefono, in modo che anche Randi e Arielle fossero partecipi della mia impresa. Non potevano credere a ciò che avevo appena... prodotto [risate in sala]... Così mi chiesero di inviare loro una foto. Avevo un vecchio Nokia che scattava a una risoluzione di 640x480, ma fu più che sufficiente. Ed ecco l'illuminazione: creare un sito dove tutti potessero confrontare le loro migliori cagate e vantarsene.

Ne parlai con gli amici e la trovarono un'idea fantastica. Mettemmo ironicamente la parola "Face" ["Faccia"] nel nome, anche se le foto riguardavano più il sedere che la faccia, ma pensammo che le due parti del corpo fossero similari e comparabili. Nel febbraio 2004 il ragazzo trans propose di cambiare nome da "Facemash" ["miscuglio di facce"], che secondo me rendeva meglio il parallelo faccia-culo, al più elegante "Facebook" ed eccoci qui oggi."

Commenti

Post popolari in questo blog

Corsaro a Fiano - L'insulto antisemita

La redazione (sita nel bagagliaio di una Panda nel parcheggio di un autodemolitore) de L'Orecchio Discreto ha ricevuto la risposta dell'onorevole Massimo Corsaro alle accuse di antesemitismo a lui rivolte dopo aver scritto su Facebook la frase, riferita all'onorevole Fiano (ebreo): "Che poi, le sopracciglia le porta così per coprire i segni della circoncisione". Pubblichiamo le parole dell'on. Corsaro in esclusiva mondiale, ma pure intergalattica. "Siete dei coglioni. Non avete capito un cazzo di niente. O non sapete leggere, o non leggete proprio o vi lasciate fuorviare dai titoli dei giornali e dalle introduzioni dei telegiornali. La mia frase non è antisemita. Rileggetela, porca troia. Io non ho detto che lui è un ebreo QUINDI una testa di cazzo. Ho detto che è una testa di cazzo ebrea, così come esistono teste di cazzo cattoliche, bianche, nere, musulmane, gialle, blu. Il dettaglio della circoncisione non ha valore antisemitico. Io ho solo preso ...

Tiziano Ferro - L'origine di "Rosso Relativo"

Oggi, all'Orecchio Discreto, è il turno di Tiziano Ferro. Più precisamente andremo a scoprire perchè abbia deciso di chiamare "Rosso Relativo" il suo album d'esordio e sarà proprio lui a parlarcene, in questo pezzo rimasto fuori dalla sua autobiografia "Trent'anni e una chiacchierata con papà". "Durante l'adolescenza soffrivo di bulimia e arrivai a pesare 111 chili. Naturalmente tutti mi scherzavano, a scuola, il che mi fece stare molto male e mi portò a chiudermi sempre più in me stesso: stavo sempre in camera mia e arrivai a saltare dei giorni di scuola per evitare di sentirmi mortificato. La mia vita sociale era pressochè inesistente. Era come se fossi un treno lanciato ad altissima velocità mentre i binari si sfaldavano irrimediabilmente sotto i miei piedi. Il mio solo rifugio, il mio porto sicuro, era la musica. Una mattina Paola, non mia cugina ma la mia compagna di classe al Liceo Majorana di Latina, nonchè una del...