Tutti noi sappiamo il calibro immenso di un uomo come è stato il reverendo Martin Luther King. Nonostante la sua morte nel 1968 per mano di un cecchino, la sua figura, indubbiamente una delle più importanti del XX secolo, continua ad essere fonte di ispirazione per moltissime persone nel mondo, di ogni etnia e colore.
Il 28 agosto 1963, a Washington, pronuncia il suo discorso più famoso. "I have a dream", "io ho un sogno", diventa in brevissimo tempo un manifesto di pace, speranza e libertà non solo per la popolazione afroamericana ma per il mondo intero.
Quello che forse non sapete è che ci sono stralci del discorso che sono stati tagliati all'ultimo momento dallo stesso reverendo King. L'Orecchio Discreto, ovviamente, ne è in possesso. Eccoli.
"Io ho un sogno, che un giorno i negri godranno della medesima importanza sociale e politica e culturale, in quanto esseri umani dotati della medesima coscienza infusa dal Signore nelle sue creature.
Io ho un sogno, che un giorno gli oppressori saranno chiamati tali, e non invece "presidente", "ministro", "manager", "generale", "amministratore", "giornalista", "banchiere".
Io ho un sogno, che il mondo capirà finalmente l'importanza della libertà di parola ed espressione, ma allo stesso tempo che forse non proprio tutti tutti meritano 15 minuti di gloria, specialmente coloro i quali fanno di tutto per mettersi in mostra con amici o presunti tali con azioni dementi e ritraendosi di continuo in immagini che evidenziano soltanto la loro stupidità.
Io ho un sogno, che una vaccata sarà chiamata "vaccata" e non "provocazione".
Io ho un sogno, che la gente non cagherà il cazzo al prossimo con mille telefonate dai call center o suonando al citofono con farneticazioni eretiche sul Signore o stazionando in luoghi affollati con in mano volantini promozionali sul Folletto, sui materassi o i depuratori domestici dell'acqua.
Io ho un sogno, che un giorno le donne che sognano un uomo comprensivo, dolce e sensibile lo scelgano poi effettivamente quando questo si presenta loro, e non la diano invece al solito stronzo ignorante più simile a una scimmia malata che anche solamente a un uomo di Neanderthal.
Io ho un sogno, che i capi e i dirigenti a lavoro capiscano di non essere Dio in terra.
Io ho un sogno, che un giorno la gente parlerà solo quando sarà il momento di parlare e non a cazzo di cane solo per far prendere aria alla lingua, e che imparerà finalmente la meravigliosa arte dell'ascolto e del silenzio.
Io ho un sogno, che nessuno richiederà una figura junior in stage, massimo 30 anni d'età ma con 5 lauree, un master in biometria aerospaziale applicata ai calcolatori cibernetici T1000 e 45 anni di esperienza di cui 20 all'estero, meglio se su un altro pianeta."
Il 28 agosto 1963, a Washington, pronuncia il suo discorso più famoso. "I have a dream", "io ho un sogno", diventa in brevissimo tempo un manifesto di pace, speranza e libertà non solo per la popolazione afroamericana ma per il mondo intero.
Quello che forse non sapete è che ci sono stralci del discorso che sono stati tagliati all'ultimo momento dallo stesso reverendo King. L'Orecchio Discreto, ovviamente, ne è in possesso. Eccoli.
"Io ho un sogno, che un giorno i negri godranno della medesima importanza sociale e politica e culturale, in quanto esseri umani dotati della medesima coscienza infusa dal Signore nelle sue creature.
Io ho un sogno, che un giorno gli oppressori saranno chiamati tali, e non invece "presidente", "ministro", "manager", "generale", "amministratore", "giornalista", "banchiere".
Io ho un sogno, che il mondo capirà finalmente l'importanza della libertà di parola ed espressione, ma allo stesso tempo che forse non proprio tutti tutti meritano 15 minuti di gloria, specialmente coloro i quali fanno di tutto per mettersi in mostra con amici o presunti tali con azioni dementi e ritraendosi di continuo in immagini che evidenziano soltanto la loro stupidità.
Io ho un sogno, che una vaccata sarà chiamata "vaccata" e non "provocazione".
Io ho un sogno, che la gente non cagherà il cazzo al prossimo con mille telefonate dai call center o suonando al citofono con farneticazioni eretiche sul Signore o stazionando in luoghi affollati con in mano volantini promozionali sul Folletto, sui materassi o i depuratori domestici dell'acqua.
Io ho un sogno, che un giorno le donne che sognano un uomo comprensivo, dolce e sensibile lo scelgano poi effettivamente quando questo si presenta loro, e non la diano invece al solito stronzo ignorante più simile a una scimmia malata che anche solamente a un uomo di Neanderthal.
Io ho un sogno, che i capi e i dirigenti a lavoro capiscano di non essere Dio in terra.
Io ho un sogno, che un giorno la gente parlerà solo quando sarà il momento di parlare e non a cazzo di cane solo per far prendere aria alla lingua, e che imparerà finalmente la meravigliosa arte dell'ascolto e del silenzio.
Io ho un sogno, che nessuno richiederà una figura junior in stage, massimo 30 anni d'età ma con 5 lauree, un master in biometria aerospaziale applicata ai calcolatori cibernetici T1000 e 45 anni di esperienza di cui 20 all'estero, meglio se su un altro pianeta."
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