È l'uomo del momento, reduce dallo straordinario concerto da 230mila
persone al Modena Park. Ovviamente stiamo parlando di Vasco Rossi che,
nel dietro le quinte di un'intervista a Vanity Fair nel 2009, ha
discusso del palco e di come lo abbia sempre affascinato fin da quando
era un ragazzino di provincia.
"Io per il teatro c'ho avuto un amore così... Cioè ce l'ho ancora. Fai che è iniziata col '68, le rivolte degli studenti, che poi a me ne importava il giusto. Erano gli anni della liberazione, capito, del cambio dei costumi e diciamo che a noi ragazzi, i nuovi costumi delle ragazze, ci piacevano tanto. Una sera eravamo lì a Bologna in un bar e abbiamo bevuto giù l'anima, hai capito... Ci vuole sempre qualche cosa da bere, ci vuole sempre vicino un bicchiere, capisci... E mi ricordo... Non mi ricordo molto, ma c'era questa ragazza, una bella mora, hai capito, con un profumo dolce, caldo, morbido, e allora vado lì, parliamo... e insomma una roba tira l'altra, finiamo in camera mia. Che poi, non era camera mia, perchè io in quei tempi lì stavo da mia zia a Bologna... E insomma facciamo quello che dobbiamo fare e poi le chiedo "scusa, ma quanti anni hai stasera?" e lei mi fa "16". Diobò... [ride] Eh... Perchè guarda che è un attimo, eh...
"Io per il teatro c'ho avuto un amore così... Cioè ce l'ho ancora. Fai che è iniziata col '68, le rivolte degli studenti, che poi a me ne importava il giusto. Erano gli anni della liberazione, capito, del cambio dei costumi e diciamo che a noi ragazzi, i nuovi costumi delle ragazze, ci piacevano tanto. Una sera eravamo lì a Bologna in un bar e abbiamo bevuto giù l'anima, hai capito... Ci vuole sempre qualche cosa da bere, ci vuole sempre vicino un bicchiere, capisci... E mi ricordo... Non mi ricordo molto, ma c'era questa ragazza, una bella mora, hai capito, con un profumo dolce, caldo, morbido, e allora vado lì, parliamo... e insomma una roba tira l'altra, finiamo in camera mia. Che poi, non era camera mia, perchè io in quei tempi lì stavo da mia zia a Bologna... E insomma facciamo quello che dobbiamo fare e poi le chiedo "scusa, ma quanti anni hai stasera?" e lei mi fa "16". Diobò... [ride] Eh... Perchè guarda che è un attimo, eh...
In quegli anni lì, poi, ero meno timido. Perchè forse non lo diresti,
ma da piccolo ero timido, eh... Mi ricordo che mi si escludeva per
motivi che oggi fanno solo ridere... Poi i miei genitori m'han mandato
dai salesiani, ma non mi piaceva, troppe parole, troppe cazzate... Io
volevo fare teatro. Volevo andare a Bologna al DAMS, capito, che aveva
appena aperto. Però i miei... Eh... Mio papà, pace all'anima sua, mi
voleva un bene della madonna, però quella volta lì me ne ha date tante,
eh, ma tante. Cioè alla fine m'hanno obbligato a andare a Economia e
commercio, hai capito... Che ogni volta che mi viene in mente... che poi
è qualcosa che non c'entra niente, ogni volta rimango con la testa tra
le mani e rimando tutto a domani...
Per me è il palco, capisci... è quella roba lì, che sali e c'hai lì le persone che ti guardano, te sei lì e senti un bel vento, che non basta mai il tempo. Però poi ce l'ho fatta, negli anni '70. Ho fatto qualche spettacolo, ho imparato tanto, capisci... Tipo, guardando la televisione ho avuto come l'impressione che mi stessero rubando il tempo, capisci... Poi erano ancora le tv in bianco e nero... Adesso c'è di tutto, duecento canali, guarda lì, guarda là, che confusione... C'erano gli sceneggiati della Rai, hai capito, quelli belli. E a me mi piacevano, li guardavo con Marco [Gherardi, amicone di sempre, ndOD] nel nostro locale... Poi dicevano che a far l'attore facevi la bella vita e a me mi piaceva l'idea, capito, di salire su un palco, dai qualcosa alla gente, poi finisci e capisci di aver passato una splendida giornata, con il cuore in gola fino a sera.
È il palco, hai capito... E la figa. Una volta che c'ho quelle due robe qui, per me va bene così, capito... senza parole."
Per me è il palco, capisci... è quella roba lì, che sali e c'hai lì le persone che ti guardano, te sei lì e senti un bel vento, che non basta mai il tempo. Però poi ce l'ho fatta, negli anni '70. Ho fatto qualche spettacolo, ho imparato tanto, capisci... Tipo, guardando la televisione ho avuto come l'impressione che mi stessero rubando il tempo, capisci... Poi erano ancora le tv in bianco e nero... Adesso c'è di tutto, duecento canali, guarda lì, guarda là, che confusione... C'erano gli sceneggiati della Rai, hai capito, quelli belli. E a me mi piacevano, li guardavo con Marco [Gherardi, amicone di sempre, ndOD] nel nostro locale... Poi dicevano che a far l'attore facevi la bella vita e a me mi piaceva l'idea, capito, di salire su un palco, dai qualcosa alla gente, poi finisci e capisci di aver passato una splendida giornata, con il cuore in gola fino a sera.
È il palco, hai capito... E la figa. Una volta che c'ho quelle due robe qui, per me va bene così, capito... senza parole."
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